UNA FANTASTICA
GIORNATA DI VOLO
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TESTO
E FOTO DI SILVIO ZONCHEDDU ASS. VOLO LIBERO " I FENICOTTERI
ROSA"
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Non
so se lo troverete interessante, ma viste le richieste degli
amici di club, proverò a raccontarvi un bel volo che
ho avuto la fortuna di intraprendere in una generosa giornata
di termiche, il 22.04.07 nell'ormai collaudatissimo decollo
di Monte Santu Padre, nel comune di Bortigali.
Già durante il viaggio di andata in auto un’inguaribile
ottimismo si insinua nella mia testa, e a nulla valgono gli
scaramantici tentativi di Pierpaolo, per riportarmi a più
modeste valutazioni sulle condizioni meteo della giornata.
Giunti all’altezza della stazione di servizio di Abbasanta
la strada di cumuli, già molto ben formati (sono solo
le 11,40 ), che mi si para davanti e corre lungo la cresta che
parte dal decollo,non fa altro che incrementare il mio entusiasmo.
Pierpaolo continua ad essere molto prudente nelle sue valutazioni,
ma io non sento più ragioni e vorrei solo essere già
li in decollo pronto a spiccare il volo.
L’unica cosa che mi lascia un pochino perplesso è
che i cumuli sembrano essere un poco arretrati rispetto al decollo
(Marino mi aveva raccontato che una simile condizione era capitata
poco tempo prima e diventava particolarmente difficile riuscire
ad agganciarli).
A breve saremo in decollo e potremo verificarlo con maggior
precisione.
Alle 12,10 siamo in decollo e purtroppo la prima impressione
sulla posizione dei cumuli è confermata: sono veramente
dietro al decollo e sarà complicato riuscire ad agganciarli.
A occhio la base si attesta intorno ai 1700-1800 (almeno questa
è la mia prima impressione) |
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Pierpaolo
si prepara rapidissimo ed in men che non si dica è già
in volo.
Intanto continuo i miei preparativi con l’attrezzatura (voglio
essere sicuro che sia tutto a posto) e nel frattempo dò
un’occhiata a Pierpa di tanto in tanto per ricavare ulteriori
informazioni sulla bontà della giornata.
Purtroppo dopo un inizio promettente (nel frattempo è decollato
anche Agricolo) osservo che faticano un pochino a stare su e rischiano
quasi di bucare.
Qualcuno inizia ad insinuare che la giornata forse non è
poi così buona per il volo, ma io sono troppo carico e
continuo a crederci.
Finalmente sono pronto (sono le 12.50 circa) e, appena arriva
la brezzolina favorevole per il gonfiaggio, decollo .
Circa dieci minuti dopo e con qualche scossone in più sono
a 1200m di quota e dopo altri sette-otto minuti sono quasi a 1400m
( la cosa che mi rende particolarmente ottimista ).
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Forte
della quota guadagnata provo a spostarmi davanti al costone
alla ricerca di qualcosa di meglio per salire. Sarà il
secondo errore della giornata (scoprirò poco più
tardi il primo). I cumuli e di conseguenza le ascendenze, stanno
sopratutto dietro al decollo.
Infatti dopo poco meno di altri dieci minuti mi ritrovo a quota
700 circa nonché 300m sotto il decollo. La giornata non
è ancora partita ed è un continuo alternarsi di
botte robuste (che sembrano avere più forza di quanto
non ne abbiano in realtà) e inesorabili discendenze.
Il mio ottimismo comincia a cedere e comincio a pensare di aver
sbagliato i calcoli, così penso a portarmi vicino all’atterraggio
ufficiale nella speranza di un rapido recupero nel caso bucassi.
E’ in quel momento che vedo l’Agricolo, che poco
prima rischiava anche lui un bel buco, riagganciare e far quota
lentamente ma inesorabilmente. Il mio orgoglio prende il sopravvento
ed alla fine aggancio un +0,8 m/s che mi tengo ben stretto fino
a quota 1300m. A
questo punto (sono in volo da quasi ¾ d’ora ) decido
di cambiare strategia ed inizio a spostarmi indietro rispetto
alla linea di cresta e, raschiando tutto quello che trovo, mi
avvicino sempre più ai cumuli. La scelta si rivela vincente
e dopo altri 10 minuti mi ritrovo a circa 1750m di quota.
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Però,
sono lontano dalla base del primo cumulo e mi sposto ancora indietro
nel tentativo di avvicinarmi commettendo il terzo errore della
giornata: Nel tentativo di avvicinarmi, mi sono portato, troppo,
nel lato sottovento del cumulo e devo provare a risalire per agganciare
l’ascendenza. Per fortuna la dea bendata mi dà una
mano per la seconda volta e, dopo aver 200m di quota, aggancio
un corposo e al contempo tranquillo +2.2m/s.
Appena superati i 2100m smetto di girare e mi dirigo sul bordo
sopravvento del cumulo per evitare di trovarmi in nube nella parte
centrale della stessa (cosa che avrebbe allungato i tempi per
uscirne). Arrivo sul suo bordo proprio mentre transito sopra le
prime barbule ad una quota vicina ai 2200m (ecco qual’era
stato il primo errore….errata valutazione della quota della
base), segno che ho scelto correttamente il momento in cui portarmi
all’esterno del cumulo(un altro piccolo colpo di fortuna).
E’ passata circa un’ora dal momento del decollo e,
finalmente, ho raggiunto la base. Ho superato quella che, poi,
si rivelerà la parte più difficile del volo e posso
rilassarmi un attimo.
Punto il lato sopravvento del prossimo cumulo ottimizzando l’efficienza,
con l’aiuto degli strumenti
e correggendo la traiettoria con leggera trazione sulle “D”
per non penalizzare troppo le prestazioni dell’ala.
Riaggancio, dopo quasi quattro Km e con 450m di quota in meno,
la termica successiva (per un attimo ho pensato che non ne avrei
più trovate; inizio a diventare troppo pessimista).
Meno di 4 minuti e mi ritrovo,ancora una volta, da 1700m a 2200m
ed ancora un discreto +2m/s a salire,….non male.
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Ora
tutto sembra molto semplice e decido di puntare verso il prossimo
cumulo. Una piccola transizione di 1,5 Km e, quando ancora sono
a 2000m, aggancio la nuova ascendenza.
Il tempo di riportarmi ancora sopra i 2200m e riparto alla ricerca
della nuova ascendenza (mi sembra troppo facile per essere vero).
Aggancio dopo circa un altro Km e mezzo, dopo aver perso circa
200mt di quota viaggiando con un efficienza media intorno a 7:1.
Niente male considerato che viaggio controvento e senza speed.
Ancora una volta giro dentro l’ascendenza, ma questa volta
lo faccio in mezzo a due grossi cumuli vicini tra loro. In breve
mi accorgo che è praticamente inutile continuare a girare
e decido di tirare dritto passando davanti ai due grossi cumuli
cui ho accennato poco fa. E’ qui che raggiungerò
la massima quota del volo sfiorando i 2500m. |
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A
questo punto, divento spavaldo e punto deciso verso monte Rasu
intenzionato ad andare ben oltre ma , una volta arrivato in prossimità
della sua verticale, trovo un grosso congesto la cui ombra si
espande rapidamente mentre inizia a scaricare acqua. Mi sbarra
la strada e dal momento che mi intimorisce non poco, decido di
tornare indietro (più tardi scoprirò che Pierpa
ci ha volato dentro, bagnandosi anche un poco, senza subire alcuna
conseguenza).
Il ritorno non presenta particolari problemi e si rivela del tutto
simile all’andata. Unica differenza il fatto che i cumuli
sono cresciuti parecchio e ormai si può viaggiare sul loro
bordo sopravvento stando molto più vicini alla cresta .
Peccato che, a metà del rientro, il vento abbia fatto un
salto di direzione di quasi 180° e mi ritrovo ancora a viaggiare
controvento costretto a muovermi con velocità troppo basse,
considerato anche il fatto che per tutto il volo non ho quasi
usato la speed.
Nonostante tutto riesco comunque a rientrare al decollo,dopo circa
un’ora e mezza di volo, senza troppe difficoltà con
una quota di ben 1900m e quasi 40km percorsi. A ben pensarci mi
sembra un peccato sprecare tutta questa quota per andare ad atterrare
li sotto e decido provare una capatina a Macomer visto che non
è molto distante. In questo tratto la base dei cumuli è
decisamente più bassa e mi concedo il lusso di attraversarne
qualcuno per brevi tratti, stando ben attento a non entrarci troppo
dentro.
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Arrivo
al nuraghe adiacente al paese di Macomer con una quota intorno
ai 1000m (nell’ultimo tratto del volo l’ovest si è
fatto sentire parecchio ed ho perso parecchia quota) e viro per
rientrare all’ atterraggio ufficiale.
Non ho molta quota ma il vento in coda mi dovrebbe aiutare a raggiungerlo.
Ho appena fatto rotta sull’ atterraggio e una discendenza
inesorabile riduce drasticamente le prestazioni della mia ala.
Comincio a nutrire dubbi sulla possibilità di raggiungerlo.
Decido così di raschiare tutto quello che trovo ma sono
in pieno sottovento e per giunta decisamente più basso
della cresta, cosa che mi espone a qualche sventagliata di tanto
in tanto.
Un attimo prima di perdere le speranze passo affianco ad un falchetto
che termica tranquillamente. Mi sembra troppo stretta per riuscire
a girarci dentro ma decido di provarci comunque visto che non
ho molto da perdere. Ancora una volta si è rivelata una
scelta vincente (oltre che una gran botta di c..o) . Inclino l’ala
con decisione mi butto dentro e, dopo qualche difficoltà
iniziale, mi ritrovo, alcuni minuti dopo, a quota 1750m (avevo
agganciato a quota 800m) .
Sono decisamente stanco, volo ormai da tre ore e non sono allenato
a stare in aria così tanto tempo ma, come prima, penso
che sarebbe un delitto sprecare la quota per andare ad atterrare
lì sotto.
Decido di puntare deciso verso il lago Omodeo cercando di sfruttare
la componente di vento in coda e, contemporaneamente, di allontanarmi
dalla zona dove i cumuli degenerano. Percorro i primi 7km in pianura
con un efficienza media che si attesta su valori intorno agli
11.5:1. Decisamente buono!
A questo punto riaggancio mentre sono a quota 1150m ed a poca
distanza da Sedilo. Sfrutto l’ascendenza fino a quota 1550
circa e nel frattempo osservo che, in questa zona, il vento ha
una direzione ancora diversa ed arriva da SW.
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Inizio
a preoccuparmi del recupero mentre srutto quella che sarà
l'ultima ascendenza del volo e, via radio, riesco a contattare
Marino che darà poi comunicazione sulle mie intenzioni
a mia moglie.
Sempre più stanco (mi accorgo di essere sempre meno reattivo),
decido per quella che sarà l’ultima planata del volo
di oggi. Aggiusto il tiro e faccio rotta verso Ottana cercando
ancora una volta di sfruttare il vento in coda per migliorare
la mia efficienza al suolo.
Non so ancora se riuscirò a raggiungere il paese ma proverò
ad avvicinarmi il più possibile (preferisco sempre atterrare
vicino ad un centro abitato per potermi procurare una birra fresca
ed un facile recupero).
Atterro, ai margini del paese, alle 16,33, dopo un’ ultima
planata di oltre 11km effettuata con efficienza media prossima
a 9:1.
Sono euforico e la stanchezza sembra improvvisamente scomparsa.
Arrivano i primi, immancabili, curiosi e soddisfo la loro curiosità
mentre ripiego rapidamente l’attrezzatura in quanto si avvicina
rapidamente un nuvolone minaccioso.
20 minuti dopo, mia moglie , guidata dall’amico Marco, arriva
a recuperarmi. Carico la sacca in macchina , salutiamo Marco e
sua moglie, che hanno premura di rientrare a casa, e ci dirigiamo
a recuperare Pierpaolo in tutta fretta poiché stanotte
mi tocca andare a lavoro.
Ho volato per 3h e 40 minuti percorrendo quasi 69 km. Non è
un volo da record ma, per me, è raro percorrere distanze
simili ed ho voluto condividere con voi le soddisfazioni che mi
ha procurato questo volo.
Un sentito ringraziamento ed un caloroso saluto a coloro che hanno
avuto la pazienza di leggere questo racconto. Se siete arrivati
alla fine, forse sono riuscito a non annoiarvi troppo.
Splendidi voli a tutti voi.
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Silvio
Zoncheddu |
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